Nel suo report sulla salute uditiva, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affrontato anche il tema delle situazioni quotidiane in cui l’udito è più a rischio.
Su questo blog abbiamo già avuto modo di parlare di ipoacusia da rumore e di come l’esposizione ai rumori possa danneggiare l’udito. Quando si affronta questo argomento, il focus viene spesso posto sugli ambienti di lavoro particolarmente rumorosi come fabbriche, officine o cantieri, un po’ meno sui pericoli per l’udito riconducibili all’inquinamento acustico oppure all’utilizzo di dispositivi musicali personali.
In linea generale, indipendentemente dalla fonte del rumore, si ritiene che l’esposizione a suoni superiori agli 80 dB per periodi maggiori di 40 ore settimanali possa provocare perdita di udito danneggiando le cellule ciliate sensoriali all’interno dell’orecchio interno (ipoacusia neurosensoriale). Tolleranza che si riduce all’aumentare dell’intensità del suono.
A ciò si aggiunge un altro aspetto: gli effetti extra uditivi indotti dal rumore. Oltre a problemi di udito, infatti, l’esposizione ai suoni forti può contribuire a causare altri problemi di salute tra cui insonnia e malattie cardiovascolari.
A formulare una panoramica più esaustiva sull’argomento ci ha pensato l’Organizzazione Mondiale della Sanità attraverso il report sulla salute uditiva divulgato lo scorso 3 marzo in occasione della giornata mondiale dell’udito.
Situazioni a rischio uditivo: una panoramica
Si tratta di situazioni di vita quotidiana che spaziano dal lavoro allo svago.
L’OMS le racchiude in tre macro-categorie.
Ambienti di lavoro
La massima istituzione sanitaria mondiale sottolinea che negli Stati Uniti più di 30 milioni di lavoratori sono esposti a rumori pericolosi. Sul report, l’OMS riporta i dati diffusi dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro che vedono una percentuale tra il 25-33% della forza lavoro esposta a rumori intensi almeno per un quarto del tempo dell’orario lavorativo.
Strutture o attività ricreative
Gli appassionati di caccia, per esempio, sono esposti alle stesse insidie uditive degli operai di una fabbrica metalmeccanica. Allo stesso modo, usare i dispositivi per ascoltare mp3, podcast o altri contenuti simili può essere pericoloso per l’udito senza le dovute precauzioni.
L’OMS, infatti, evidenzia come ascoltare musica per 15 minuti ad un volume che equivale a 100 dB esponga al medesimo rischio uditivo di un lavoratore industriale esposto a rumori pari a 85 dB in una giornata lavorativa di 8 ore.
Considerando che la gamma di volume di un ascoltatore medio è compresa tra 75 dB e 105 dB, ciò costituisce motivo di preoccupazione. L’OMS, infatti, stima che oltre il 50% delle persone di età compresa tra 12 e 35 anni ascolta la musica a volume troppo alto. E che tra coloro che frequentano con una certa assiduità locali con musica ad alto volume, quasi il 40% è a rischio di ipoacusia.
Altri fattori ambientali
Sono fattori che possono far riferimento al rumore degli elettrodomestici o al traffico tipico delle metropoli. Gli esperti, comunque, precisano che questo tipo di esposizione non è sufficiente a causare perdita uditiva irreversibile. Tuttavia, come evidenziato da alcuni studi, le persone esposte a tali livelli di rumore possono subire altri effetti sulla salute, tra cui maggior rischio di cardiopatia ischemica, ipertensione, disturbi del sonno, fastidio e disturbi cognitivi.
In generale, adottare comportamenti di prevenzione è sempre corretto per preservare il proprio benessere uditivo. Quando si ascolta musica, per esempio, è indicato seguire la regola 60:60, ovvero non superare i 60 minuti d’ascolto e non oltrepassare il 60% del volume massimo previsto dal dispositivo.
Eseguire regolarmente degli esami audiometrici, almeno una volta l’anno per gli over 55, è un altro suggerimento da adottare per promuovere il proprio benessere uditivo.